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Swiss International Mountain Marathon
Erlebnisbericht

Emmetten 2018

Hinweis: Dieser Erlebnisbericht wurde in italienisch verfasst.
Partirei dalla fine: CI SIAMO RITIRATI…
Molto semplicemente: puoi essere allenato quanto vuoi, puoi avere il materiale più tecnico e leggero che esista, puoi entrare in modalità Kilian Jornet e in modalità sherpa e sentirti un gran figo, ma se il tuo corpo ad un certo punto si rifiuta di andare avanti nonostante la testa continui a bluffare dicendo che ce la puoi fare, non ti resta che fermarti e cercare di rientrare a casa… Questo è un po’ quello che è successo a me e Mario, alias “NirvanaRaid-MicoTeam”. Semplicemente quando eravamo li per poter provare a vincere la gara, siamo saltati per aria, il corpo ha detto stop. E no, non siamo ancora così in sintonia che andiamo in crisi insieme, però gareggiando in team basta che uno dei due salti per far saltare la coppia. E ciao ciao gara.
La preparazione del materiale, sempre alla ricerca di vestiario e strumenti che prediligano leggerezza e funzionalità, a discapito di un po’ di comfort… La tipologia di gara, il fatto di gareggiare su una carta escursionistica al 25.000 molto dettagliata, la difficoltà (o meglio il divertente giochino? ;-) ) di doverti trovare i punti partendo da delle coordinate, le scelte da fare insieme, la gestione delle forze in un weekend con così tanti km e metri di dislivello. Il campeggio tra la prima e seconda tappa, con la tenda da montare, i panni da stendere, il “cibo sbobba” da cucinare e l’umido riposo nel sacco a pelo bagnato. I meravigliosi paesaggi alpini della Svizzera, con piccoli laghetti in cresta e grossi laghi glaciali come scenario giù in fondo alla valle, tante mucche e pecore al pascolo, ghiaioni più o meno friendly da attraversare, sellette, passi e cime che non arrivano mai, passaggi su catene con vertigini che ti costringono a procedere a 4 zampe, sentierini in cresta, rifugi con la coca cola più cara del mondo e altri con le mucche che praticamente girano tra i tavoli dei clienti. La bellezza e le difficoltà di correre con un amico che sta morendo al tuo fianco ma che non vuole mollare di un centimetro, un compagno di avventura delirante che si trascina fino a quando ha finito di vomitare anche tutta la bile e che non si vorrebbe mai e poi mai ritirare.
Ma tutto fa brodo (anche se quello Mellin che gli ho cucinato la sera del sabato non lo ha bevuto…) e capito il problema che lo affligge so già che a breve tornerà all’attacco proponendomi chissà quale altra avventura sportiva. E io nonostante le ultime esperienze insieme difficilmente saprò dirgli di no… ;-)